La Fortezza del Giogo


 

La Fortezza del Giogo

 

Questa mattina di buonora ci siano recati nelle “terre di Rio” alla scoperta di un rudere posto sul monte Giove:

Il viottolo scosceso che abbiamo imboccato è appena accennato, la prima brina mattutina ha inzuppato la striscia d’erba che s’inerpica verso l’alto, qualche insetto arrampicato su uno stelo più alto degli altri o su un ramoscello tenero cerca di asciugarsi prima di spiegare le ali. Al nostro incedere pesante alcune lucertole impaurite rischiano maldestri tentativi di fuga rifugiandosi tra la vegetazione... lassù in alto… il vecchio rudere sembrava dormire il sonno dei dimenticati .

Ansanti e stanchi e ripetendo mentalmente un vecchio adagio che recita “chi è anziano e non lo crede...in salita se n’avvede” giungiamo sulla vetta della collina, dove seminascosto da una lussureggiante vegetazione ci appaiono i resti dell’imponente “Fortezza del Giogo”.

La fortezza fu fatta costruire dagli Appiani verso la metà del Quattrocento a guardia del canale di Piombino e di un lungo tratto di costa che spazia da nord a sud fino all’Argentario e al Giglio. Mentre a terra risulta in contatto visivo con il Volterraio, ma anche con Capoliveri e il forte San Giacomo di Porto Azzurro. La fortezza probabilmente subì assalti barbareschi fino a quando nel 1708 durante la lotta tra Spagnoli e Tedeschi per il possesso dell’isola, il comandante in capo le truppe spagnole Generale Pinel lo fece demolire, si dice per punire gli elbani di avere prestato aiuto ai tedeschi.

Di forma rettangolare, è circondato da un fossato; possiamo intuire che si distribuiva su due piani separati da un solaio a volte, ora crollato. L’accesso immaginiamo avvenisse da una porta in alto, che si raggiungeva per una scalinata probabilmente con il consueto ponte mobile alla sommità.

Una leggenda racconta che questa costruzione in tempi molto lontani, quindi ancor prima dell’intervento degli Appiani, fosse un Tempio votivo edificato in onore di Giove Olimpo e si favoleggia che alcuni contadini avessero trovato nelle vicinanze della fortezza dei piccoli tesori ed una piccola statuetta di un Dio a loro sconosciuto.

Torniamo sui nostri passi sazi dello spettacolo che abbiamo goduto dal punto più alto e accessibile della fortezza... Anche questa passeggiata, tra verità e leggenda, ci ha riproposto una storia dimenticata, mentre il vecchio castello o cosa veramente fosse, piano piano scompare, nel suo abbandono privandoci forse di una parte importante della nostra storia.

                                                                                                        Fabrizio Prianti




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